Africa Nascosta

Pubblicato Categorie: Volontariato

ESPERIENZE DI UN MEDICO VOLONTARIO

Mi aggiungo a quanti hanno già scritto articoli vari sull’Africa da diverse angolazioni, che però mettono in risalto solo i suoi aspetti più negativi.

Io desidero portare qualche riflessione e una testimonianza derivata dalla mia esperienza vissuta, quale medico volontario nelle missioni, portando una nota di fiducia e speranza.

La mia prima esperienza africana risale al lontano 1988 quando, quasi per caso, ebbi il privilegio di far parte di un progetto di cooperazione sanitaria per un paese in via di sviluppo, l’Uganda. I problemi gravi del sottosviluppo erano là presenti nella misura più eclatante, ad iniziare dalla fame e dalle malattie. Ma le precarie condizioni socio-economiche di gran parte della popolazione, specie di quella infantile, condizionavano pesantemente ogni aspetto della vita, causando di conseguenza la perdita dei più elementari diritti umani.

Allora ho iniziato a pormi tanti interrogativi, cercando di rispondervi grazie alla mia esperienza diretta sul campo. Mi è parso di scoprire più profondamente, grazie al contatto con i malati e al mio ruolo di medico, un’Africa assai lontana da quella disegnata per le vacanze e il turismo alla moda, e assai diversa anche da quella presentata dai mass media, con i luoghi comuni troppo inflazionati della corruzione, delle lotte tribali e dell’inefficienza assoluta, di un’Africa destinata solo alla catastrofe.

Quella che è stata la culla dell’umanità credo possa diventare una culla di speranza.

Io desidero far conoscere quanto ho scoperto nelle tante realtà missionarie che ho frequentato, soprattutto in Kenya, ove mi reco annualmente sin dal 1996. Ho riscontrato tanti segnali piccoli ma incoraggianti di una vera rinascita, legata soprattutto alle molteplici iniziative di solidarietà, di filantropia e di cooperazione, scaturite dalla mente e dal cuore di tante persone, a cominciare dai missionari. In tante occasioni ho scoperto un’Africa sconosciuta, che mi ha insegnato molto mi ha cambiato interiormente, vedendo il coraggio anche nelle situazioni più difficili, la grande gioia di vivere e la dignità nella sofferenza.

Tutto può iniziare da una nuova cultura”umanizzante”, quella del dialogo e della comunicazione, che rappresenta la vera arte della convivenza umana.
Voglio soltanto riferire, tra le tante, l’esempio della missione di Karungu in Kenia dell’Ordine religioso Camilliano.

Qui, in un’area poverissima, anche se sulle rive del lago Vittoria, un’area priva di ogni infrastruttura e di ogni tipo di assistenza sanitaria, i religiosi Camilliani hanno creato dal nulla un ospedale di 130 posti letto ove vengono curati pazienti con le più varie e gravi patologie, tra cui predominano quelle parassitarie (malaria) e infettive ( TBC, AIDS).

Proprio in conseguenza della tragica epidemia di Aids è andato via via crescendo il numero degli orfani, uno dei più preoccupanti problemi attuali di molti paesi africani.

E’ sorto pertanto un centro d’accoglienza che attualmente assiste ogni giorno oltre 500 bambini (orfani e vittime dell’AIDS), una minoranza dei quali anche sieropositivi ed in cura con i farmaci antiretrovirali.

Le scuole primaria e secondaria sono le ultime strutture della missione destinate a cambiare il futuro della popolazione infantile. Tutto ciò rappresenta in sintesi il frutto di una incantevole carità, un sogno divenuto realtà, quasi un miracolo di cui i missionari, abitualmente vicini a tutte le povertà del mondo, sono i veri artefici, capaci di trasmettere il loro entusiasmo a tanti volontari e capaci soprattutto di contribuire a promuovere un vero sviluppo umano creando nuove speranze per l’Africa.

da Giuliano Bacheca un medico volontario.