Duncan ha 12 anni e pesa 17 kg. La pelle del suo viso e del suo corpo scheletrico è tirata come quella di uno strumento a percussione africano.
Sono mesi ormai che fa la spola dal Dala Kiye all’ospedale. La sua storia è, purtroppo, simile a quella di tanti altri bambini. Orfano da qualche anno, ha vissuto con altri 5 fratelli a Rongo, 70 km da Karungu. Lo scorso anno, ha iniziato e mai concluso la terapia per la tubercolosi. Ora è seguito con cura dal nostro ospedale, anche se l’AIDS, già in fase conclamata, sta distruggendo il suo fragile corpo.
La sua pelle è invasa dal Sarcoma di Kaposi e le sue condizioni non lasciano speranze. È già troppo tardi per Duncan iniziare la terapia antiretrovirale. Rimarrà con noi, ricoverato in ospedale, assistito con amore e attenzione, finché non arriverà il momento per lui di congedarsi dalla vita.
Naomi, e’ una bambina minuta ma, dal suo sguardo sveglio e furbo, e dagli atteggiamenti sbarazzini, ti accorgi che non ha 4 anni come sembrerebbe, bensì 9.
E’ denutrita: sicuramente, negli anni passati, non ha avuto la fortuna di poter mangiare tutti i giorni.
Goretty ha 5 anni. Quando e’ arrivata al centro era sottopeso, non riusciva a camminare e per due mesi non ha parlato e guardato in faccia nessun “uomo bianco”. Poi la piccola si è ripresa ed ora sprizza gioia da tutti i pori e gli “uomini bianchi”, che vengono al Centro, diventano suo amici e, tornando a casa, se la portano nel cuore.
Questi sono solo alcuni degli innumerevoli casi di persone che vengono sostenute dal nostro ospedale e dal Dala Kiye. Persone che vivono con quel famoso “meno di 1 dollaro a giorno”.
La nostra sfida quotidiana è quella di riuscire ad offrire alla gente una dignitosa assistenza sanitaria.
Il vostro supporto è di fondamentale importanza per la sopravvivenza, non tanto della nostra istituzione, bensì delle persone che ne beneficiano.