Testimonianza Ing. Roberto Gentilini

Pubblicato Categorie: Volontariato

Karungu, 9 novembre 2007

È l’alba. Con discrezione, la luce del sole ha cominciato a colorare la veranda sotto la quale ho iniziato a scrivere. Per la verità sono qui già da un po’, da quando era ancora buio.

Non riuscendo a dormire, mi sono alzato e sono venuto a contemplare quel che restava di questa meravigliosa notte africana. Le notti qui in Kenya sono sempre bellissime, la scarsità di illuminazione circostante rende il cielo molto più ricco di stelle, ma la notte appena trascorsa è stata, per me, davvero speciale. Una notte insonne, ma felice. Ed ora che è ormai giorno, ho preso carta e penna per raccontarla a tutti i lettori di PROseguire. Si può soffrire d’insonnia per gioia? Evidentemente si!
Immagino che la stessa cosa sia stata provata da altri, che prima di me, hanno avuto la fortuna di vedere realizzato un obiettivo come il mio. Un obiettivo condiviso con la gente della Fondazione PRO.SA, con quella del Dala Kiye e con la mia gente, quelli della AtticoSoa. Un obiettivo che si chiama God-Oloo. Un sogno che si è materializzato in una scuola primaria qui a Karungu. Una notte insonne per un sogno… che piacevole paradosso!
Una notte insonne per rivivere quei momenti che ci hanno condotti alla giornata di ieri, il giorno in cui è stata inaugurata la scuola, una data storica per noi della AtticoSoa.

Ma cominciamo dall’inizio. Era nel giugno del 2004 e mi trovavo a risalire il K2 per una vacanza/avventura. Mi aveva portato lassù la mia curiosità, di certo prosaica, verso luoghi dal carattere estremo, ma forse anche qualcos’altro che non saprei come definire. Fu solo un caso che in quella circostanza fuori dal comune, conobbi la persona straordinaria che diede inizio a questa storia? Chissà!..

Comunque, non ringrazierò mai abbastanza la condizione emotiva del tutto particolare in cui incontrai fratel Gianmario. E non ringrazierò mai abbastanza quel fratello camilliano per quello che mi fece capire. Facemmo conoscenza mentre ci riscaldavamo con una tazza di caffè, dopo 20 km di marcia sul ghiaccio e sotto la neve, intervallata da momenti di sole bruciante, che ci aveva portato a quota 4700 mt.

lo, nonostante il malcelato sfinimento in cui mi trovavo, esprimevo con un fiume di parole la soddisfazione di aver superato i miei limiti di uomo “civilizzato”. Lui mi ascoltò in silenzio per tutta la sera, ma la mattina dopo, durante la marcia verso quota 5200 mt, dove avremmo raggiunto il campo base, iniziò a parlarmi di sé e della sua esperienza presso la missione St. Camillus a Karangu, in Kenya, dove tra le altre cose, aveva partecipato alla costruzione di un ospedale per assistere bambini malati di AIDS.

Davanti a quell’uomo e al suo impegno, sentii tutta l’inadeguatezza di uomo “normale” e gliela espressi, ma lui con uno sguardo misto di severità e benevolenza mi disse:

… qualsiasi occupazione, se svolta con passione e rispetto, può essere di grande valore sociale: FARE DEL BENE PORTA BENE. Si, porta FORTUNA, ma non nel senso scaramantico. Bensì significa che facendo del bene si istaura un “circolo virtuoso” per cui il bene che oggi faccio a Tizio, domani Tizio lo farà a Caio e, dopodomani Caio a Sempronio. E noi di Sempronio ne incontriamo tutti i giorni, se avrà avuto del bene, sarà meglio stimolato nei nostri confronti! Se non è una fortuna questa?!”

Poi mi fece un altro regalo, mi mise in contatto con la Fondazione PRO.SA, la quale, a sua volta, con i religiosi Camilliani del Dala Kiye e, a gennaio 2005, iniziò la nostra collaborazione per la costruzione della scuola.

In questa notte appena passata, tante immagini si sono successe nella mia mente. Ho rivissuto il primo viaggio fatto qui a Karungu, mi sono passati davanti agli occhi i volti e i sorrisi dei bambini che mi accolsero all’arrivo. I loro sguardi esprimevano nel contempo gratitudine e curiosità, ma anche fierezza. Ho “sentito” la loro consapevolezza di ricevere un regalo importante per ciò che rappresentava: un ambiente più consono a costruire un futuro con nuove aspettative. Ho rivisto la faccia tranquilla di Padre Emilio, responsabile della missione e del progetto God-Oloo, davanti alle mie sollecitazioni e preoccupazioni circa la realizzazione della scuola. Quella espressione era il frutto della sua convinzione e determinazione al raggiungimento del nostro obiettivo.

Ho ripercorso nella mente anche il giorno in cui, tornato in ufficio dopo un viaggio qui in Kenya, mostrai al personale della AtticoSoa le fotografie dei bambini di Karungu, della missione e dell’inizio dei lavori per la scuola. Ho rivisto, uno ad uno, i volti carichi di orgoglio e soddisfazione dei miei collaboratori. Ho riascoltato i loro commenti, la loro “appartenenza” totale al progetto, anche per quelli che in un primo tempo sembravano meno coinvolti. Insomma, due anni di ricordi rivissuti attimo per attimo, fino a ieri. Quando i miei occhi hanno potuto vedere concretizzato il nostro progetto. Quando i miei occhi hanno visto il volto soddisfatto di Padre Emilio. Quando i miei occhi si sono incrociati con quelli felici e pieni di speranza dei bambini di Karungu.

È stata davvero una grande fortuna, quella di aver intrapreso questa esperienza, perché nulla potrà farmi dimenticare dell’emozione provata, una sensazione talmente forte, che non posso trattenere il desiderio di riprovarla ancora, con un nuovo progetto. Perché ho avuto la riprova della verità di un’altra frase che fratel Gianmario, citando Choelo, mi disse sul K2:

Quando hai un sogno tutto l’universo cospira perché si realizzi”

Ing. Roberto Gentilini
Presidente Attico Seo

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