Verso una copertura sanitaria universale: comunità unite per una generazione libera dell’HIV
Ringraziamenti
Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno partecipato e reso la Giornata Mondiale control l’AIDS un successo. Grazie a bambini, caregiver e membri della comunità per aver intrattenuto il pubblico con canzoni, scenette e spettacoli teatrali educativi oltre che istruttivi e in linea con il tema.
Vorrei anche ringraziare gli ospiti presenti, gli amici del Dala Kiye, i leader della comunità, le parti interessate per la vostra risposta positiva al nostro invito; questo mostra l’amore che ci unisce nell’unità.
Vorrei anche estendere la mia gratitudine ai membri dello staff del Dala Kiye che hanno lavorato instancabilmente per fare in modo che la giornata sia stata un successo; ciò non sarebbe stato possibile senza il lavoro del team e le capacità organizzative. Grazie.
Sono onorato e grato ai nostri partner per il loro sostegno finanziario, rivolgo sinceramente la mia gratitudine alla Fondazione We World per il loro immenso sostegno e altre organizzazioni che hanno contribuito a sostenerci finanziariamente, Dio vi benedica pienamente.
Per coronare tutto, ringrazio l’Onnipotente Dio per la sua forza e saggezza in tutto.
Padre Emilio Balliana
Introduzione
La Giornata mondiale contro l’AIDS è un evento che viene celebrato ogni anno in tutto il mondo da oltre 30 anni sin dalla sua istituzione. Questa celebrazione è nata per creare consapevolezza della malattia (AIDS).
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), 37,9 milioni di
persone vivono con l’HIV alla fine del 2018. Il 79% e’ stato sottoposto al test, il 62% al trattamento, mentre il 53% aveva ottenuto l’attenuazione del virus dell’HIV con una riduzione del rischio di infezione agli altri, tuttavia ci sono ancora milioni di pazienti affetti da HIV che non hanno ancora accesso a test, trattamenti e farmaci per l’HIV. Nel 2017, secondo l’indagine Kenya AIDS Indicator Survey (KAIS), ci sono state approssimativamente 52.800 nuove infezioni a tutte le età, 44.800 tra gli adulti di età superiore ai 15 anni e 8.000 di età inferiore ai 14 anni.
Delle nuove infezioni stimate, la contea di Migori, affiliata al St. Camillus Mission Hospital, ha avuto 2.814 nuove infezioni. Il Kenya ha continuato a vedere un forte calo della sua incidenza a causa di vari interventi che hanno
contribuito al raggiungimento della soppressione del virus, ma è ancora necessario raggiungere lo zero virale attraverso diversi interventi messi in atto.
È per quanto detto sopra che noi al Dala Kiye in collaborazione con We World Kenya Foundation e altre parti interessate come il progetto KARP al St. Camillus M. Hospital, il gruppo di supporto di Mercy Orphans e gli amici della missione del St. Camillus ci siamo riuniti al Dala Kiye per celebrare
l’evento e creare consapevolezza.
Il tema adottato in Kenya per il 2019 è “Verso una copertura sanitaria universale: comunità unite per una generazione libera dall’HIV”
I giardini del Dala Kiye erano ben sistemati con tende montate su punti strategici e sedie disposte in modo adeguato all’evento. Lo striscione è stato inoltre posizionato in modo tale che tutti leggessero e interiorizzassero il messaggio; le magliette sono state indossate dai partecipanti e dai
membri dello staff con il messaggio che indicava il tema dell’occasione. Bambini, operatori sanitari e membri della comunità erano pronti per le celebrazioni alle 9:30 del mattino.
La Santa Messa è iniziata alle 10.00 con i bambini del Dala Kiye e le mamme che guidano la S. Messa con canti e balli. La S. Messa è stata presieduta da P. Emilio e concelebrata da P. John e P. Gabriel. P. Emilio nel suo sermone ha parlato dell’aumento dei tassi di prevalenza dell’HIV nella Contea di Migori e Homabay, nonostante la consapevolezza creata dalle organizzazioni, e ha
esortato i presenti a unirsi nella lotta contro la malattia poiché ci colpisce tutti in un modo o nell’altro. Molti di noi sono affetti o infetti dalla malattia. Ha anche esortato la congregazione ad aiutarsi a vicenda mostrando amore e gentilezza e vivendo le nostre vite in modo da portare gloria a Dio.
Dopo la S. Messa P. Emilio ha introdotto gli ospiti tra cui la coordinatrice diocesana per la salute suor Gaudencia della parrocchia di Angiya, le suore dell’ospedale St. Joseph Ombo, del Dispensario di Mirogi e le suore della parrocchia di Kiranda e per finire i leader della comunità. Ha anche accolto con gioia tutti i bambini, i caregiver e la comunità per l’occasione e li ha esortati a lavorare insieme per aiutare a contenere la diffusione dell’HIV ed essere esempi per le giovani generazioni.
Il maestro di cerimonia ha preso la parola, dando il benvenuto a tutti, poi ha dato indicazioni sulle diverse tende e sulle attività di ognuna. Gli intrattenimenti sono iniziati. La prima sul palco è stata una ragazza della scuola elementare di Nyamanga con una poesia sull’HIV, la poesia ha aperto gli occhi a coloro che vivono impegnandosi in comportamenti rischiosi poiché le conseguenze di tali comportamenti portano alla sofferenza e alla morte. Il gruppo Operation Triple Zero (OTZ), composto da bambini del Dala Kiye, aiutano a trasmettere il messaggio, guidati dal Progetto KARP, su un’adeguata assistenza medica al fine di raggiungere la carica virale zero. Loro sono poi saliti sul palco con una canzone educativa su come tenersi per mano e offrire aiuto e incoraggiamento alle persone infette e colpite dal virus in un modo o nell’altro e a vivere in modo positivo
indipendentemente dal proprio stato. I caregivers di Sori hanno anche presentato una bella scenetta sulle persone colpite e infette dal virus e su come la malattia stia uccidendo e lasciando bambini orfani e costringendoli a diventare capofamiglia in tenera età, e come questo alla fine costringe le bambine a matrimonio precoce.
Tra una serie di intrattenimenti da parte degli alunni, c’era una testimonianza di un membro del club OTZ che è guidato dal progetto KARP. Ha preso coraggio e ha parlato del suo status di sieropositiva, qualcosa di cui la maggior parte delle persone non trova facile parlare a causa dello
stigma che ne deriva.
Ha parlato coraggiosamente di come è nata con il virus e ha vissuto con esso per molti anni. Nel suo discorso ha detto che prende le medicine in tempo, mangia una dieta equilibrata da cibi disponibili localmente, fa esercizio, beve acqua e rilassa la mente da pensieri negativi. Ha invitato i presenti a parlare con coraggio del loro status e a vivere in modo positivo. Ha anche sottolineato alcuni dei comportamenti rischiosi tra i giovani e le coppie sposate e li ha avvertiti delle conseguenze di tale comportamento rischioso.
Mentre erano in corso gli intrattenimenti, c’erano persone in fila alle tende di consulenza e test (VCT) per conoscere il loro status e ricevere servizi adeguati. Sia gli anziani che i giovani hanno visitato le tende ed erano ottimisti. Il personale ha offerto i servizi necessari nel rispetto della
propria condotta in materia di politica del lavoro. Un totale di 25 persone (10 maschi, 15 femmine) sono stati testati con tutti i test risultati negativi, questo indica progresso nella lotta contro il virus dell’HIV.
Alle 13:00 il pranzo è stato servito. I presenti sono stati serviti con bibite, pane, biscotti e dolci mentre gli ospiti invitati prendevano il loro pasto nella sala da pranzo. Vi è stato un forte acquazzone, ma ciò non ha impedito all’evento di continuare.
Dopo pranzo ci sono stati una serie di giochi che si svolgevano insieme ad altre attività. La prima competizione di calcio maschile e’ stata tra Nyamanga e Karungu FC in cui gli spettatori sono rimasti incollati alla partita che è stata molto dura: risultato finale 2-0. La seconda partita è stata
tra Nyamanga vs Rabuor che ha giocato in modo aggressivo. La partita è stata divertente anche se con molte sfide si è conclusa con Rabuor 2 Nyamanga 0. La terza e ultima partita di calcio è stata tra Rabuor e Karungu Fc che hanno mostrato le loro abilità in campo con molti momenti sia
divertenti che drammatici, la partita si è conclusa con un pareggio.
Poi è arrivato il gioco del secchio in equilibrio: 7 donne dovevano riempire i secchi con acqua e bilanciarlo in testa mentre correvano su una distanza di 100 metri. Qui era necessaria molta abilità e tutte lo facevano davvero bene ma doveva esserci una vincitrice: Evita Anyango di Agolomuok.
Infine c’è stato il gioco del tiro alla fune da due gruppi di donne con 10 partecipanti ciascuno in cui dovevano tirare gli avversari dalla loro parte usando una corda. Il gioco è stato divertente poiché era fangoso e quindi richiedeva molta abilità. Le donne tiravano la corda mentre la gente le
applaudiva; finalmente dopo aver ballato a lungo nel fango la squadra di Lwanda Magwar emerse vincitrice.
In conclusione della giornata, artisti gospel locali e altri artisti hanno intrattenuto le persone con canzoni che hanno visto cantare e ballare la folla. L’evento si è concluso alle 17.30 con premi assegnati ai migliori interpreti in diverse categorie, gli artisti più incoraggianti hanno scritto un
saggio sul ruolo delle comunità nel frenare la minaccia del virus dell’HIV al fine di raggiungere una carica virale pari a zero.
Questo è stato supervisionato dai membri del personale. Le persone se
ne sono via via andate, concludendo le celebrazioni con successo.